Esistono numerosi tipi di sale da cucina (cloruro di sodio) che provengono da tutto il mondo. Il mercato dei sali ammonta a circa 200 milioni di tonnellate prodotte e commercializzate annualmente di cui l’Europa detiene il primato (Italia 7° posto in classifica mondiale e 3° in quella europea).
I sali si dividono in sali marini e i sali di roccia o salgemma.
Il sale marino viene ottenuto per evaporazione solare o indotta, nelle saline di acqua di mare.
Il salgemma viene ottenuto per estrazione nelle miniere formatesi durante le ere geologiche come residuo di mari ormai prosciugati.
Sali marini
SALE DOLCE DI CERVIA –> E’ un sale fine integrale che viene essiccato naturalmente e quindi è ricco di tutti quei minerali presenti nel mare. Da secoli viene anche soprannominato “il sale del Papa” perché in passato si aveva l’abitudine di portarlo alla mensa del Papa. Perfetti post cottura sulle grigliate di carne.
FIORE DI SALE DI TRAPANI –> Viene raccolto nei mesi estivi, rigorosamente a mano. Sale integrale molto ricco di minerali ad elevata sapidità. Ideale per tutti i tipi di preparazione.
FLEUR DE SEL DI GUERANDE (sale grigio bretone) –> E’ il sale di più alta qualità fra i sali bretoni e proviene dalle coste nord occidentali della Francia. E’ perfetto per il pesce ma anche per le carni “al sangue”.
FLEUR DE SEL DE CAMARGUE –> Nella Camargue, zona umida e paludosa del sud della Francia, il sale si forma solamente in determinate condizioni climatiche e quindi è molto raro e prezioso. Il sale ha una elevata capacità di esaltare progressivamente il gusto dei cibi. E’ indicato per salare l’acqua di cottura, per le marinature o le cotture in crosta di sale.
SALE DI HALEN MON –> Viene raccolto sulla costa orientale del Galles. Ha un colore bianco neve e si adatta bene alle carni crude.
FLOR DE SAL DELL’ALGARVE –> Raccolto in Portogallo, dove viene chiamato “crema del sole”, e conosciuto fin dal tempo degli antichi Romani. Ha una consistenza croccante, un sapore delicato ed un colore bianco avorio e si adatta ad ogni tipo di piatto.
SALE ROSSO DELLE HAWAII –> Viene anche chiamato Aleae Rouge ed è ottenuto mescolando sale marino ed argilla. Si usa con il pesce ed ha un leggero sapore di nocciola.
SALE NERO DELLE HAWAII (Black Lava)–> Viene prodotto sull’isola Molokai mescolando al sale in essiccazione carbone vegetale e cenere lavica. Ha un sapore amaro con note di affumicato. Si utilizza con pesce e carne alla griglia.
SALE VERDE DELLE HAWAII –> Si ottiene mescolando il sale marino a foglie di Bambù. E’ ottimo con pesce alla griglia, crostacei, gamberi e gamberoni.
SALE PURO DELL’OCEANO ( Pure Ocean) –>. Sale non raffinato che mantiene tutto il suo sapore particolare. Si abbina a qualsiasi piatto.
SALE PYRAMID CIPRO –> E’ un sale marino che, a causa del vento e del sole che si imbattono sulle saline, prende una forma piramidale. E’ croccante ed ideale per condire verdure.
SALE PYRAMID CIPRO AFFUMICATO –> E’ la versione affumicata del precedente. L’affumicatura avviene con legno di castagno. Si abbina alle zuppe, uova ma anche sulle grigliate.
SALE BIANCO DEL MEDITERRANEO –> Viene considerato il sale marino più pregiato al mondo. E’ poco raffinato , non particolarmente fine e si usa come sale da tavola con ogni piatto.
SALE MALDON –> La caratteristica principale di questo sale marino risiede nella conformazione dei cristalli, che sono piccole piramidi. L’acqua marina filtrata viene raccolta in cisterne e fatta evaporare. Durante questa fase piccoli fiocchi di sale si formano in superficie e si ammassano in forme piramidali. Quando sono abbastanza grosse le piramidi cadono sul fondo delle cisterne dove vengono raccolti, lasciate seccare e confezionate. Ovviamente per preservare la struttura dei cristalli la lavorazione deve essere quasi esclusivamente manuale. In cucina viene utilizzato dopo la cottura e soprattutto su carni.
Sali di roccia
SALE ROSA MURRAY RIVER AUSTRALIA –> Salgemma di antica formazione estratta da un bacino sotterraneo del fiume Murray in Australia. Lega particolarmente con pesce e portate delicate e si trova in fiocchi impalpabili
SALE ROSA DELL’HIMALAYA –> Viene raccolto nelle più grandi miniere di sale del mondo, a Kewra (Pakistan), che risalgono a circa 200milioni di anni fa. E’ considerato da molti il sale più puro del mondo perché proviene direttamente dall’era giurassica , quando la Terra era ancora incontaminata. Sta bene su ogni tipo di preparazione ma soprattutto sul pesce.
SALE ROSA MARAS (PERU’) –> Le miniere di questo sale si trovano nelle Ande a circa 3000 metri di altitudine. La raccolta viene fatta a mano con metodi tradizionali Inca. Particolarmente adatto per la carne.
SALE BLU DI PERSIA –> Sale di miniera proveniente dall’Iran, molto raro, il cui colore è dovuto alla presenza di Silvinite. E’ estremamente salato e lascia in bocca un sapore speziato. E’ ideale con la carne, focacce, pizza e fritti.
SALE VIOLA INDIANO KALANAMAK –> Proviene da miniere indiane ed ha un sapore sulfureo. Sta benissimo sulle frittate e le torte e pasticci a base di verdura.
SALE DOLCE DELLO UTAH –> Proviene dalle miniere del nord-ovest dello stato americano e si è formato dall’evaporazione del lago preistorico Bonneville. Può essere utilizzato in svariate preparazioni e lascia in bocca un sapore dolce.
Ora a voi la scelta su quale utilizzare!
El Chipa
Oggi vi presento una ricetta con cui ho fatto una bellissima figura lo scorso ultimo dell’anno.
Si tratta di un’arista di maiale marinata ed affumicata con mele.
Di cosa avete bisogno:
Mettete in marinatura l’arista una notte intera con succo di mele o succo di ananas (o entrambi) in rapporto 2 a 1 con un chilo di frutta (per ogni chilo due litri di succo) e con le spezie.
Asciugate bene la superficie dopo la marinatura e fare delle tacche fra osso ed osso nelle quali ricavare delle tasche dove andrete ad inserire delle fette di mela.
Spolverare con un composto fatto con sale, pepe, cipolla, aglio e rosmarino e mettere in cottura indiretta a 110°/120°. Se volete affumicate con legno di melo fino ai 55° al cuore.
Finita la affumicatura iniziate a spennellare la superficie dell’arista con l’olio e le spezie usate in precedenza circa ogni 20/25minuti.
Continuate a cuocere in indiretta fino ai 72/73° e posizionare su un tagliere. Lasciare riposare un po’ prima del taglio (durante il riposo la temperatura interna salirà di altri 3/4°). Tagliate a fette una volta raffreddata un po’ la carne.
El Chipa
Recentemente ho lanciato un sondaggio sul gruppo Facebook BBQ4ALL American Skills, Italian Style per raccogliere le abitudini dei “fanatici” del BBQ.
Alla mia richiesta hanno risposto in 139, pari al 1,84% degli iscritti al gruppo (7523). Traslando il risultato sulla popolazione italiana è come se avessero risposto 1.120.897 persone circa su un totale di poco più di 60 milioni.
Dettagli a parte andiamo a vedere cosa è risultato dal sondaggio:
Nel gruppo prevalgono i possessori di un singolo dispositivo (40,3%). Spiccano i possessori di 3 dispositivi o più (26,6%). Il combustibile preferito dagli intervistati è il “legno e derivati” (87,1%). Presente anche una piccola parte di utenti che usano l’elettricità per grigliare.
Il 54,7% ha acquistato il dispositivo on line anche in relazione alle varie offerte che si possono trovare. Il 27,3% preferisce affidarsi a negozi specializzati. Presente anche un buon numero di costruttori di dispositivi e mercato dell’usato in crescita.
Quanto si spende in media per il dispositivo? Il 36,3% ha speso tra i 201 e i 400€. La maggioranza degli intervistati si colloca nelle fasce di prezzo alte rispetto a quelle basse. La qualità dei dispositivi si paga. Il 9,4% ha ammesso di aver perso il conto o di aver speso “una follia” mentre il 18% non se lo ricorda o non vuol rispondere.
Ma quanto si griglia? Il 36,7% griglia dalle 20 alle 40 volte in un anno (poco meno di una volta a settimana). Il 26,8% dalle 10 alle 20 volte e il 19,4% almeno una volta a settimana (40/60 volte). Il 10,1% ha dichiarato di grigliare più volte a settimana e qualcuno al grido di “non abbastanza!”.
L’89,2% degli intervistati preferisce cucinare carne ed il maiale è il re della griglia (51,1%).
Nel gruppo c’è una prevalenza di uomini e questo si vede anche dal fatto che il 97,1% dei grigliatori appartengono al sesso maschile. La correlazione, però, non è diretta con chi effettua la pulitura. L’uomo pulisce l’89,2% delle volte e quindi c’è qualche maschietto “fortunato” che affida la pulizia ad una donna. Qualcuno ha anche ammesso di non pulire il dispositivo oppure di affidare la pulizia al fuoco.
Il 75,5% afferma di grigliare in giardino mentre il 20,1% in terrazzo. Per il 19,4% degli intervistati è sempre il tempo di grigliare anche se il 61,2% del totale griglia solamente nel week end.
Ed io? Come ho risposto?
Sono possessore di 1 dispositivo ed 1 in arrivo, uno elettrico ed uno a carbone. Entrambi comprati in un fai da te. Ho spesso 150 euro per l’elettrico e 350 per quello a carbone (bullet smoker). Griglio 2 volte al mese, soprattutto carne e maggiormente di manzo. Cucino io e pulisco io (se voglio continuare a grigliare). Griglio il week-end sul terrazzo.
Voi vi aspettavate questi risultati? Io sinceramente non mi aspettavo di trovare così tanta gente con un numero elevato di dispositivi e livelli di spesa così elevati. Sono veramente un principiante rispetto a molti altri! Evidentemente la passione è tanta e probabilmente arrivati ad un certo livello si sente la necessità di ampliare il proprio “parco macchine”. Anche io ho dato via un kettle per prendere uno smoker, quindi il fenomeno è capibilissimo!!
Mi aspettavo anche più donne alla griglia, ma per questo c’è tempo! Forza donne grigliatrici di tutta Italia… unitevi a noi!!
El Chipa
Il 27 febbraio è iniziata la collaborazione fra El Chipa BBQ e MeatApp, una applicazione nata e destinata al campo della macelleria. Lo scopo della collaborazione è quella di mettere in sintonia le richieste degli appassionati di BBQ e l’offerta di materia prima da parte dei macellai.
Ma cosa è MeatApp? Parliamone con lo sviluppatore Fabrizio Colazzo.
Buongiorno Fabrizio e benvenuto sul blog El Chipa BBQ. Parlaci un pò di te e di come è nata l’idea della app.
“Buongiorno Michele e buongiorno lettori del blog. Mi chiamo Fabrizio Colazzo, sono nato a Maglie in provincia di Lecce e di professione sono un macellaio. La mia passione per l’informatica e la tecnologia mi ha portato a creare un’app unica, dedicata ai macellai e a chiunque si occupi di carne.”
In che cosa consiste MeatApp?
“MeatApp consente di facilitare il lavoro dei colleghi macellai:
Hai già avuto qualche riscontro dagli “addetti ai lavori”?
“La app può vantare già oltre 500 download. Un successo. L’app è riuscita a superare i confini nazionali e per questo ho intenzione di continuare a sviluppare questo progetto. Per ora è disponibile solo per smartphone con sistema operativo Android.
E’ un’app creata per semplificare alcune fasi delle attività dei macellai e che ha subito attirato l’attenzione degli addetti ai lavori. L’app è stata apprezzata da una rivista modenese, è poi seguito quello della stampa locale e di portali web di settore come quello dedicato alle app Androidpit.it.
Le caratteristiche di MeatApp sono descritte anche sulla pagina Facebook dedicata, nella quale ho pubblicato anche alcuni utili screenshot.”
Vi lascio i riferimenti della app.
Link Blog: http://blog.
Link nel Google Play : https://play.google.com/
Ho ritenuto di accettare l’offerta di collaborazione in quanto potrebbe essere l’inizio di un confronto fra appassionati di BBQ e macellai. Pubblicando i miei articoli sul blog, gli operatori del settore potranno vedere cosa ricerchiamo per una data preparazione e come viene eseguita in modo da renderli consapevoli delle possibilità che il mondo del BBQ offre alla categoria.
El Chipa
ll BBQ viene considerato dai “non addetti ai lavori” come una attività prevalentemente, se non esclusivamente, estiva. Una bella grigliata in compagnia di amici, nel proprio giardino, al solicchio e con una buona birra in mano.
Gli appassionati, invece, non rinunciano a “non fare cenere” anche durante l’inverno.
In questa stagione, però, è più difficile portare in temperatura il nostro dispositivo e mantenerlo stabile. Questo perché i dispositivi standard sono costruiti con lamiere sottili che non assicurano un perfetto isolamento dall’ambiente esterno. Inoltre, per “funzionare”, la combustione ha bisogno di ossigeno che viene risucchiato dalle vents. Il problema sta nel fatto che d’inverno l’aria che viene prelevata è fredda e quindi questo va ad abbassare la temperatura delle braci e di conseguenza della camera di cottura.
Questi problemi non si rilevano sui dispositivi che vantano un buon isolamento oppure sui dispositivi a gas che riescono a mantenere stabile la temperatura consumando, però, più combustibile.
Quindi, quali sono le criticità che possono emergere grigliando d’inverno e cosa possiamo fare per superarle:
Difficoltà nello stabilizzare la temperatura nei dispositivi costruiti con lamiera sottile e maggior consumo di combustibile (nell’ordine del 30/40% in più rispetto alle stagioni miti).
Difficoltà nel recupero della temperatura desiderata a seguito dell’apertura del coperchio del kettle. Apritelo solamente quando necessario.
Cerchiamo di grigliare cercando un posticino riparato dagli agenti atmosferici.
Proviamo ad inserire nel dispositivo del materiale refrattario (mattoni, pietre ollari) che, una volta accumulato calore, lo rilasciano gradualmente ed omogeneamente aiutando a mantenere stabile la temperatura.
Abbandonare il bbq durante l’inverno? NO GRAZIE!!
El Chipa
Si è svolto sabato 25/02, nella splendida cornice dell’Ivano Gardening di Massarosa, il corso di apertura della stagione toscana di BBQ4ALL University: il Grilling Essential. Si tratta di un corso gratuito dove i coach Michela Bongiorni ed Emiliano Nencioni hanno illustrato le nozioni basilari della cucina al bbq ed hanno deliziato il palato dei numerosi partecipanti con degli assaggi di preparazioni.
Il “menù” è stato il seguente: bruschetta con carciofi in ember roasting (cottura direttamente sulle braci), verdure grigliate in teglia, risotto salsiccia e zafferano e pollo al succo di arancia (cottura indiretta).
Ottimo il risultato così come le opinioni dei corsisti che si sono dimostrati da subito interessati ed hanno tempestato di domande i coach.
Molti di loro hanno già confermato la presenza ai prossimi appuntamenti: i Grill To Perfection (level 1,2 e 3).
Ecco in dettaglio i prossimi appuntamenti:
Ivano Gardening (Massarosa – LU). Link all’evento
12/03 – Grill To Perfection Level 1
09/04 – Grill To Perfection Level 2
18/06 – Grill To Perfection Level 3
Green House (Bottegone – PT). Link all’evento
19/03 – Grilling Essential
26/03 – Grill To Perfection Level 1
30/04 – Grill To Perfection Level 2
04/06 – Grill To Perfection Level 3
Come si dice in questi casi: “Buona la prima!”
Girando per il web alla ricerca di accessori per barbecue, mi sono imbattuto in una serie di gadget simpatici ma veramente inutili!! Date un occhiata!!
Fucili d’assalto per barbecue –> Accendere la griglia può essere un problema, almeno per chi si affida alla cara e vecchia carbonella. Quindi, come dar fuoco agli accenditori senza bruciarsi le mani? Facile. Con delle armi da fuoco. Si tratta di armi finte in miniatura che fungono da accendino: da qui l’uso parzialmente improprio del termine “armi da fuoco”.
Attrezzi da barbecue per spadaccini –> Il manico degli attrezzi ricorda l’elsa di una spada anche se in questo caso è studiato per evitare scottature alle mani. La somiglianza con una spada da moschettiere è palese e quindi potremo difendere la griglia al grido di “tutti per uno, uno per tutti”.
Cassetta per attrezzi barbecue –> accessorio perfetto per chi lavora in cantiere e vuole fare delle pause pranzo abbondanti. Le maniglie si possono posizionare sotto alla griglia per poterla rialzare da terra. La griglia principale è al centro, lo spazio che in genere si usa per mettere la maggior parte degli attrezzi o quelli più grossi e ingombranti. La cassetta ha anche due spazi laterali. Da un lato c’è una mini griglia aggiuntiva mentre dall’altro c’è uno scompartimento dove poter mettere gli “strumenti del mestiere” (pinze, forchettone, etc).
Set da barbecue rock –> Tris di accessori dall’animo rock. Abbiamo la spatola e le pinze che ricordano le chitarre mentre il forchettone è una replica in acciaio del simbolo che identifica i rocker: la mano che fa le corna! Tutti gli strumenti sono fatti in acciaio inox mentre le impugnatore sono in legno di pino e hanno anche un cordino in finta pelle per poterli appendere.
Cuoci toast da BBQ in ghisa –> L’accessorio ha a disposizione uno scomparto quadrato formato toast per poter collocare il nostro sandwich. La struttura è doppia e si apre completamente per poter adagiare con facilità anche i toast più farciti, inoltre la doppia copertura garantisce che il fuoco non possa entrare in contatto diretto con il nostro spuntino. L’unica difficoltà che comporta questo metodo di cottura riguarda i tempi, il porta toast non permette di vedere come è il sandwich al suo interno, quindi le prime volte dovete ricordarvi di controllarlo di frequente.
Forchettone di Darth Vader –> Lo stile è lo stesso delle pinze e l’impugnatura riprende in maniera piuttosto fedele lo stile della spada laser del Signore Oscuro.
Al posto del laser c’è l’asta in acciaio inox che termina con il forchettone, stilisticamente non è scenografico come un laser rosso, ma per fare la griglia è decisamente più adeguato.
Pinze da BBQ di Star Wars –> L’impugnatura replica fedelmente quella della spada laser, mentre la lama rossa in plastica nasconde parzialmente la vera natura dell’oggetto. Il cilindro rosso che simula il laser è solo una copertura, una volta tolta svelerete le pinze in metallo che si riveleranno utilissime e molto scenografiche.
Spatola di Darth Vader –> E’ un mix tra una normale spatola e la spada laser di Darth Vader che presta la sua impugnatura anche per questo gadget. L’impugnatura è di buona qualità. Ovviamente non è come brandire la vera spada laser di Darth Vader ma per un accessorio da cucina va più che bene.
Da notare anche la finezza sulla spatola vera e propria: al posto delle classiche aperture parallele ha delle aperture che formano la scritta STAR WARS.
Spatola machete –> E’ un bel gadget per chi vuole aggiungere un tocco di aggressività alle proprie grigliate. Si tratta di un utensile di grande qualità con la lama in acciaio inox e l’impugnatura in legno di quercia.
La funzione è la medesima di una classica spatola ed in più, grazie alla sua flessibilità, può essere usato per servire hamburger e costine lanciandole ai commensali.
Per essere adatto anche per aprire le birre è dotato anche di 3 denti apribottiglie.
E voi? Comprereste qualcuno di questi oppure cancellereste immediatamente l’articolo?
El Chipa
Oggi tratteremo il tema dei drip pan e water pan.
Intanto iniziamo a chiarire il concetto per cui un water pan è un pezzo di alcuni smokers (bullet smokers o water smokers) mentre il drip pan è utilizzabile in tutti gli altri dispositivi. Quindi, per esempio, quando parliamo di inserire un water pan in un kettle in realtà stiamo inserendo un drip pan riempito di acqua.
Drip pan
L’obiettivo di un drip pan è quello di raccogliere i succhi derivanti dalla cottura del cibo da riusare successivamente e per evitare che cadano sul fuoco e quindi creare fiammate (oltre ad aiutare nella successiva pulitura del dispositivo che, ovviamente, si sporca di meno). Normalmente vengono usate per questa funzione delle teglie di alluminio. Se riempiti d’acqua i drip pan assorbono il calore riducendo la temperatura del dispositivo, la stabilizzano ed aggiungono umidità alla camera di cottura. Nei drip pan possono essere inserite anche verdure, spezie ed altri ingredienti in modo che si cuociano insieme al piatto principale e vengano insaporite dai succhi della carne. Quando usate un drip pan verificate che non si asciughi completamente e vada a bruciare il prezioso contenuto. Eventualmente aggiungete un po’ di acqua calda.
Water pan
Alcuni smokers vengono prodotti con un water pan. Questi ultimi non sono creati per raccogliere i succhi ma esclusivamente per contenere acqua e “schermare” i cibi dal calore diretto. Negli smoker il water pan ha le seguenti funzioni:
L’acqua aiuta a mantenere la temperatura costante a 225°F (107°C). Questo perché negli smokers verticali l’acqua non andrà mai ad una temperatura superiore a quella di ebollizione (è una legge fisica). Nei kettle, invece, essendo il drip pan con acqua posizionato di lato ai carboni, l’acqua non supererà mai i 180°F (circa 82°C) perché si raffredda mentre evapora (raffredamento evaporativo).
Un water pan diventa un’unica superficie radiante evitando differenze di temperatura in griglia.
Il vapore acqueo aiuta il cibo ad affumicarsi omogeneamente
Usate acqua calda nel water pan perché quella fredda abbasserà troppo la temperatura (utilizzatela solamente in caso necessitiate di un rapido raffreddamento della camera di cottura).
Infine se non necessitate di umidità in camera di cottura ed avete “manico” per mantenere la temperatura stabile, potete anche eliminare l’acqua ricordandovi di “foderare” il water pan con dell’alluminio per evitare che i succhi di cottura lo vadano a sporcare.
Cosa mettere nel water pan
La discussione su cosa mettere nel water pan è sempre accesa. Chiunque vi può dare una personale interpretazione sul contenuto che deve avere (birra, vino, verdure, spezie). In un water pan va messa esclusivamente acqua (lo dice anche il nome… altrimenti avremo i wine pan). Questo perché molti componenti dei liquidi proposti non evaporano con l’acqua e anche se lo facessero, sarebbero in quantità minime tali da non impattare sull’aroma. Il sapore delle spezie che mettete sulla superficie, il fumo e la salsa che sceglierete saranno molto più forti delle molecole rilasciate dal contenuto del water pan.
Pulizie
A fine cottura il nostro water pan sarà pieno di grassi sciolti in un liquido affumicato. Svuotatelo e lasciate raffreddare i residui, sarà più facile eliminare i grassi compatti. In alternativa potresti riversare la cenere ottenuta dalla combustione nei residui grassi e gettare via il composto creato. Oppure puoi utilizzare lo sgrassatore inventato da Dario Marchi del BBQ4ALL Chapter Toscana (articolo del blog – pagina facebook dell’ideatore).
El Chipa
Terza ed ultima tappa del nostro tour. Spero sia stato tutto di vostro gradimento. Attendiamo la vostra iscrizione al prossimo tours delle El Chipa Airlines!!
NEBRASKA –> Handheld meat pie (tortino di carne). Il tortino di carne viene anche chiamato Runza. La ricetta deriva dal analogo piatto russo esportato in Nebraska da immigrati tedeschi. Può essere fatto in diverse forme e con ripieni di carne differenti.
NEVADA –> Stante la diversità etnica, il Nevada non ha un vero e proprio piatto di Stato.
NEW HAMPSHIRE –> Boiled dinner (cena bollita). Consiste in una spalla di maiale affumicata e bollita con cavolo ed altri vegetali.
NEW JERSEY –> Salt Water Taffy (caramelle morbide di melassa). Le Taffy sono divenute popolari intorno al 1840 ad Atlantic City e sono le analoghe USA delle toffee britanniche. Si differenziano da quest’ultime per la consistenza più morbida e per l’aggiunta di coloranti e aromi.
NEW YORK –> New York Style Pizza. Una semplice pizza Americana caratterizzata da crosta fine e tirata a mano spesso venduta in fette ampie.
NEW MESSICO –> Sopaipillas (pasta fritta). La base del piatto sono pezzi di impasto di pasta tagliato a forma di cuscino e fritto. Le sopaipillas sono servite come accompagnamento ai piatti principali oppure come dessert. In questo caso sono affiancate a miele o sciroppo d’acero.
OHIO –> Cincinnati Chili (salsa al chili). Si tratta di un ragù speziato utilizzato per guarnire spaghetti o hot dogs. La ricetta è stata perfezionata da immigrati greco-macedoni negli anni ‘20. Tra gli ingredienti troviamo carne macinata, pomodoro, coriandolo ed altre spezie mediterranee.
OKLAHOMA –> Fried Okra. Si tratta dei frutti della Okra fritti e resi croccantissimi.
OREGON –> Marionberry pie (torta di Marionberry). I Marionberry, autoctoni della contea di Marion, sono una specie indigena di more . I frutti sono lucidi e dal sapore aspro che ben si sposa con la tipica crostata.
PENNSYLVANIA –> Cheesesteak. E’ il panino simbolo di Philadelphia. Si tratta di un panino lungo, riempito di carne di manzo alla griglia tagliata fine e formaggio (tradizionalmente il Cheez Wiz). Fu inventato negli anni ’30 da Pat Olivieri, proprietario del Pat’s King of Steaks, aperto ancora oggi.
RHODE ISLAND –> Hot Wiener. Il panino tradizionale è a base di un piccolo wurstel a base di vitello e maiale con sapore molto differente dal wurstel di manzo. Il wurstel viene poi condito con sale al sedano, mostarda gialla , cipolle ed un sugo di carne aromatizzato.
TENNESSEE –> Memphis Style Ribs (costine in stile Memphis). Le costine vengono cucinate a bassa temperatura ed affumicate come nel Kansas ma, a differenza di quest’ultimo, vengono lasciate “dry”: niente salsa bbq a fine cottura ma solamente una spolverata di spezie.
TEXAS –> Texas Style BBQ Brisket (Punta di petto di manzo ). Il Texas è la patria del manzo. Pianure, colline ed altipiani idonei all’allevamento fanno di questo Stato il produttore del 20% del bestiame statunitense. La punta di petto, taglio estremamente tenace, viene cotto a bassa temperatura ed affumicato anche per 16 ore al fine di ottenere delle tenere fette di carne.
UTAH –> Green Jell-O with carrots in it. Si tratta semplicemente di una gelatina verde ripiena di carote alla julienne.
VIRGINIA –> Virginia Ham (prosciutto della Virginia). Il prosciutto di maiale viene affumicato e stagionato. Questa procedura gli conferisce un sapore molto salato. E’ una preparazione presente negli USA dal 1700 (America Coloniale).
WEST VIRGINIA –> Pepperoni Roll (rotolo di peperoni). Il classico pepperoni roll consiste in un rotolo di pane bianco lievitato, abbastanza morbido e ripieno di salame piccante e poi cotto al forno. Durante la cottura i grassi del salame si sciolgono creando un olietto che insaporisce il rotolo di pane.
WASHINGTON –> Cedar Plank Salmon (salmone cotto su placca di cedro). Si tratta di un filetto di salmone cotto su una placca di cedro. In questo modo gli oli essenziali del legno vanno ad aromatizzare il pesce e il fumo della placca gli conferisce un classico sapore.
WISCONSIN –> Bratwurst (salsicce). La forte influenza degli immigrati tedeschi ha creato questo piatto tipico. Si tratta di una salsiccia (wurstel) cotta nella birra (beer brat) prima di essere grigliate.
WYOMING –> Chicken fried steak (cotolette di pollo fritte). Prendete una fetta di petto di pollo ben battuta, passatela nelle uova sbattute e poi nella farina. Riscaldate dell’olio in una padella di ghisa e friggere finchè il tutto non sia diventato croccante ma non stracotto. Ecco preparato il piatto tipico del Wyoming.
Fine del nostro tour! Grazie a tutti!!
El Chipa